DAL MONDO ECONOMICO, SCIENTIFICO, AZIENDALE E DAL NOSTRO "PENSATOIO"
Venerdi - Gennaio 13, 2012 19:29     Visto:528     A+ | a-

DAL MONDO ECONOMICO, SCIENTIFICO, AZIENDALE E DAL NOSTRO "PENSATOIO", ABBIAMO SCELTO PER VOI :
 

EDIZIONE SPECIALE IN OCCASIONE DELLA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

 
√ In regalo per voi : Il credo sul cliente.  La crisi sta mordendo sempre più in profondità ma il modo
   di trattare i clienti non migliora, anzi peggiora a vista d’occhio. Forse dipenderà dal fatto che
   nessuno, nemmeno le grandi aziende, investe più un centesimo in formazione. Eppure basterebbe
   pochissimo per recuperare fatturato in tutti i settori, ricordando semplicemente a coloro che stanno a
   contatto con i clienti in che cosa consiste il loro mestiere. E’ lo scopo di questa mini agenda sul
   contatto con il cliente. Chiedere in segreteria.
 
√ Si presenta (forse) l’occasione di riformare il mercato del lavoro in Italia. I primi segnali non sono 
   però incoraggianti e puzzano di déjà vu : timidezza, indecisioni, evidente ritrosia ad abbattere tabù
   che nel mondo del  world class manufacturing  non hanno più senso alcuno. La nostra
  “provocazione” consiste in questa idea banale : una riforma, per essere tale, deve ri-formare, non
   ritoccare delicatamente questioni marginali cercando di non far male a nessuno. Le linee guida 
   dovrebbero essere: abbandono dei pregiudizi ideologici a favore del principio di realtà, semplicità,
   forte spinta a mettersi in gioco (sia per imprese che per lavoratori) ed equità. L’esecuzione, per
   essere efficace, dovrebbe avvenire in un  colpo solo, seguendo questo percorso in tre mosse
   simultanee.
   A)- Dividere l’intero mercato del lavoro in due soli ambiti : Organizzazioni e Associati. Regola del 
   gioco implicita : le Organizzazioni (pubbliche e private) per poter funzionare mettono a
   disposizione  incarichi e assumono persone senza preoccuparsi di non potersi più liberare in  futuro
   di Associati in eccesso laddove avessero peccato per troppo ottimismo. Gli Associati (gli ex
   “dipendenti”), entrando a fare parte di una qualsiasi Organizzazione accettano il fatto che il loro
   incarico può  essere revocato in qualsiasi momento anche in assenza di un qualsiasi giustificato
   motivo.
   B)- Costituire in parallelo una rete di sicurezza per chi si trova a perdere un incarico congegnata in
   modo tale che una persona, in tale evenienza, non debba subire alcuna perdita di reddito per tre o
   quattro anni. Per  ottenere questo reddito di sicurezza (integrale) dovrà:
   - prestare la sua opera (soggetta a valutazione della prestazione) presso apposite agenzie
     distribuite sul territorio lavorando su progetti guidati da manager appositamente preparati in questa
     missione che ha finalità formative ma anche economiche (il cui ritorno, che ha un valore di
     mercato, deve contribuire al finanziamento del meccanismo)
 - seguire e superare con successo specifici percorsi formativi supervisionati da esperti
 -  non rifiutare eventuali incarichi di lavoro proposti nel frattempo dalle agenzie per conto di Organizzazioni che cercano nuovi Associati (le agenzie funzionano da collettori della domanda di 
    lavoro nazionale).
  Al termine del periodo a reddito integro la rete di sicurezza deve prevedere una attenuazione 
  della garanzia. Nessuno , in ogni caso, dovrà essere lasciato solo anche in caso di prolungati  
  periodi  di mancanza di incarichi. La rete di sicurezza può essere  finanziata agevolmente 
  convogliando in un unico fondo la miriade di risorse attualmente disperse in mille rivoli
  assistenziali, clientelari e improduttivi e prevedendo inoltre un contributo che ogni Organizzazione
  dovrà versare annualmente in base al fatturato e al numero degli Associati. Vantaggi: una tale
  riforma metterebbe fine, da una parte, all’ansia della precarietà (diventando tutti, nel pubblico e
  nel privato senza alcuna differenza, licenziabili ma con “rete di sicurezza”) e dall’altra 
  risolverebbe il problema della flessibilità  aziendale. Il tutto potrebbe essere fatto a costo zero per  
  lo Stato.
  C)- Redigere infine due semplici Statuti (quello dell’Organizzazione e quello dell’Associato) con  
  lo scopo di togliere una volta per tutte ogni perniciosa ambiguità ideologica ad una materia così 
  importante per il benessere delle persone, per la coesione sociale e per la competitività delle
  aziende. Ricordiamo che le ambiguità di cui sopra sono tra le massime responsabili della rovinosa
  discesa dell’Italia nelle classifiche mondiali economiche e sociali.
  Ecco un fac-simile degli Statuti.
 
STATUTO DELL’ORGANIZZAZIONE
 
1)-Il compito di una qualsiasi Organizzazione (pubblica o privata che sia) non è quello di creare e
assicurare posti di lavoro ma :
- nel caso di una Organizzazione pubblica, quello di assicurare un servizio indispensabile alla
  popolazione secondo standard di qualità ed efficienza pre-determinati e misurabili sulla base di
  indicatori internazionali
- nel caso di una Organizzazione privata, quello di realizzare la mission stabilita  dall’imprenditore
  (profitto, leadership di settore, valore per gli azionisti, notorietà, crescita,  ecc.) che non può
  avere  altri limiti che quelli posti dalla legge. In altre parole deve essere consentito tutto ciò   che
  non sia espressamente vietato.
 
2)- Gli incarichi offerti da una qualsiasi Organizzazione (pubblica o privata che sia) sono :
- soggetti a valutazione di merito e di opportunità da parte delle Direzioni competenti
- eliminabili in qualsiasi momento qualora non più ritenuti necessari per realizzare lo scopo
  dell’Organizzazione.
 
3)- Le Organizzazioni pubbliche cessano la loro funzione storica di ammortizzatore sociale (funzione da ora in avanti assolta in modo specifico dalla nuova “rete di sicurezza”) e sono pertanto libere di dedicarsi secondo logiche e metodi esclusivamente professionali alla loro mission specifica di servizio valutata secondo standard di efficacia e di efficienza. Il non raggiungimento degli standard costituisce motivo di licenziamento per le Direzioni responsabili
(criterio del traguardo fallito incarico finito).
 
4)- Ogni Organizzazione è tenuta a contribuire economicamente al finanziamento della “rete di sicurezza” per gli Associati che perdono un incarico.
 
  
 
STATUTO DELL’ASSOCIATO
 
1)- Gli incarichi messi a disposizione degli Associati da una qualsiasi Organizzazione (pubblica o privata) non sono un diritto ma una opportunità, cui si accede esclusivamente per merito.
 
2)- La durata di un incarico è indefinita: potrebbe durare anche tutta la vita lavorativa in presenza di circostanze favorevoli ma potrebbe interrompersi in qualsiasi momento l’Organizzazione lo ritenesse opportuno per il suo buon funzionamento.
 
3)- Affinché ogni Associato possa contare su quella sicurezza economica che sola consente una vita degna e possibile (formazione di una famiglia, sviluppo personale, ecc) la perdita di un incarico non comporta la perdita di reddito. Anzi, in tali casi da considerare alla stregua di una routine e non infrequenti a seguito delle turbolenze economiche della modernità, ogni Associato può contare su:
- supporto economico per un tempo ampiamente sufficiente a trovare un altro incarico
- opportunità di acquisire specializzazioni professionali più avanzate di quelle possedute al
  momento
- assistenza specialistica per l’assunzione di un altro incarico presso un’altra Organizzazione
- supporti di ultima istanza per i casi di marginalità assoluta (criterio del nessuno abbandonato).
 
 
 A chi fosse venuta l’orticaria leggendo la nostra “provocazione” possiamo solo dire (aggravando l’orticaria) che non si tratta per nulla di una provocazione ma della semplice presa d’atto del principio di realtà. E’ necessario farsene una ragione visto che chi disse che “nell’Universo nessun pasto è gratis” probabilmente aveva ragione e i nodi stanno infatti venendo al pettine come tutti possono constatare sulla propria pelle. Secondo noi sarebbe ampiamente tempo che:
- ognuno riflettesse seriamente sul suo ruolo (pubblica amministrazione, imprese private, lavoratori,
  sindacati, politici) resettando la sua posizione mentale e contribuendo così a far uscire il Paese
  dall’illusione generale
- ogni differenza di condizioni normative e contrattuali sul lavoro (fonti di incredibili privilegi per
  chi è protetto in qualche modo) semplicemente sparisse: le condizioni devono diventare uguali per
  tutti, semplici e trasparenti (una Organizzazione, un Associato, un contratto: per tutti la stessa
  medesima cosa)
- Il potere di mediazione (in Italia assurdamente incistato in ogni questione di lavoro che riguardi
  non l’individuo ma una qualsiasi massa) sul quale hanno finora lucrato sindacati e  
  politica “sfruttando” il bisogno dei più deboli, venisse finalmente demolito liberando le energie
  vive della società, quelle sepolte sotto la cenere del protezionismo, della burocrazia e 
  dell’ipocrisia.
Ah, dimenticavamo. Tutto questo è naturalmente possibile, se solo la gente smettesse di dormire e di delegare ad altri il proprio (unico) futuro.
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