PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: COSA POSSIAMO FARE, SUBITO
Domenica - Novembre 25, 2012 12:14     Visto:358     A+ | a-

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: COSA POSSIAMO FARE, SUBITO
 
Un proverbio cinese dice: se manca la luce, invece di imprecare, cerca di accendere una candela. Continuare a prendersela con l’abissale ritardo della pubblica amministrazione in attesa della Grande Riforma che chissà quando, e se, verrà, mi fa venire in mente una situazione analoga : perché non proviamo quindi ad accendere una, dieci, mille candele?
 
Mi rivolgo a tutti quei dirigenti e quadri dell’apparato pubblico che non si sono rassegnati a vivere e lavorare in un ambiente che non valorizza i migliori collaboratori, ciò che queste persone sanno fare, ciò che potrebbero fare se solo trovassero un minimo punto d’appoggio sul quale far leva per cambiare la situazione.
 
Alcuni di questi dirigenti si sono già mossi per loro conto agendo in un ambiente ostile, più propenso a vedere di malanimo queste iniziative che a premiarle e rischiando personalmente hanno trasformato il  loro tribunale, il loro ospedale, la loro scuola, il loro reparto. Questi ambienti sono diventati posti dove  è  bello lavorare e dove i cittadini vedono soddisfatte le loro legittime esigenze. A molti può sembrare un sogno e invece non lo è.
 
Per ottenere questo è stato necessario aspettare l’intervento dello Stato? No, certamente – sarebbe stata una lunga attesa – sono state invece largamente sufficienti l’iniziativa, la caparbietà, la determinazione, la non accettazione di ciò che semplicemente non può essere ulteriormente accettato per una questione di semplice decenza. Queste persone non sono personaggi di un film di Scorsese, per fortuna esistono davvero, il problema è che sono disperse  in un vasto territorio, non si conoscono tra di loro, non riescono a creare una massa critica in grado di fare opinione e quindi di influenzare molti potenziali imitatori che potrebbero essere ispirati da tali esempi.
 
Mentre scrivo penso a quel capo poliziotto che in mezzo al parapiglia tra agenti e manifestanti, qualche giorno fa a Roma, se ne stava senza nemmeno il casco in testa a guidare i suoi uomini, interponendosi addirittura tra le parti nel volteggiare di oggetti contundenti, per evitare l’eccesso di violenza dei suoi ragazzi e dimostrando così con l’esempio come si comanda nelle situazioni critiche.
 
Questi sono i personaggi, per lo più sconosciuti, cui dobbiamo ispirarci pensando al cambiamento non come burocratica operazione di vertice sempre comunque in ritardo, ma come movimento dal basso sostenuto dalle cellule sane del sistema, finora accuratamente isolate e neutralizzate dal corpaccione della mediocrità imperante, che tutto ha da guadagnare dall’andazzo attuale e che vede ogni riforma come il fumo negli occhi.
 
Come fare dunque  per accendere una candela ? Per prima cosa cercate di individuare nel vostro ambiente i potenziali alleati, colleghi e collaboratori che condividono le vostre idee sui concetti di missione, di impegno e di responsabilità personale. Da soli non si fa nulla, è fondamentale prima di qualsiasi mossa costituire un nucleo coeso interno al settore da voi governato che sostenga, diffonda e permei degli stessi valori le iniziative che andrete a prendere.
 
Quindi agite, non aspettate l’intervento dello Stato – che non ci sarà – utilizzate le leggi e i dispositivi già esistenti, questi sono ampiamente sufficienti se ad usarli ci sono persone morse dalla tarantola del cambiamento e della buona amministrazione delle cose. Ciò che dovete fare è in fondo molto semplice, si tratta solo di concedere finalmente a coloro – e sono tanti – che  hanno qualità e volontà che non sono state mai utilizzate, anzi forse disprezzate, l’opportunità di vedere considerata e valorizzata la loro voglia di far bene.
 
Ciò che finora ha tenuto queste persone ai margini, fino quasi ad annullarle psicologicamente, è la quotidiana vessazione dei loro sforzi e l’altrettanto quotidiana umiliazione nel vedere impuniti i cattivi comportamenti degli approfittatori. Cominciate a punire, appoggiati dal vostro “nucleo”, questi cattivi comportamenti, con equità e fermezza. Vedrete che essi, non appena verrà compreso il messaggio, spariranno come neve al sole, come è sempre accaduto quando in una posizione di comando si trova non un duce, che non è necessario, ma semplicemente una persona che ha ben chiari i concetti di giustizia e di dignità. Auguri.
 
Pepe Caglini
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