SIAMO UOMINI DI MISSIONE O POLLI DI BATTERIA?
Domenica - Marzo 24, 2013 12:52     Visto:686     A+ | a-

SIAMO UOMINI DI MISSIONE O POLLI DI BATTERIA?

 
 
Se vi capitasse un domani di avere a che fare con un vero uomo di missione dovete stare molto attenti a come vi relazionate con lui, laddove voleste affidargli un incarico di qualsiasi genere. A quest’uomo – o donna – interessa infatti solo  capire qual è l’obbiettivo da raggiungere e ogni parola in più, una volta compresa la missione, non solo per lui non aggiunge nulla ma va a ferire la sua suscettibilità: la strategia per raggiungere un qualsiasi obbiettivo costituisce infatti non solo la sua arte e la sua passione ma anche il territorio sul quale non gradisce intrusioni.
 
Queste persone amano in genere essere valutate sui risultati raggiunti, dei quali non hanno difficoltà ad assumersi la responsabilità, per questo mal sopportano  interferenze che potrebbero pregiudicare il risultato. Gestire personaggi di questo tipo non è affare per capi poco competenti, insicuri, accentratori. I polli di batteria sono invece molto più facili da gestire e fanno la felicità di quei capi-chioccia che considerano i collaboratori alla stregua di bambini che devono essere accompagnati anche a fare pipì, altrimenti la fanno fuori dal vaso.
 
Tra le mie chicche professionali conservo la lettera di un alto dirigente di una notissima multinazionale: diretta ai dirigenti del suo settore la lettera in questione non è che  l’invito ad un incontro che si sarebbe svolto fuori sede, in una amena località turistica. Cominci a leggerla ed eccoti trasportato d’incanto in una realtà idilliaca, dalla quale ogni incertezza del brutto mondo là fuori è stata bandita da chi pensa per te : tutti i recapiti della odierna connettività debitamente indicati – non si sa mai – il  percorso ideale da Milano  suggerito per benino con tutti i semafori, le vie alternative in caso di blocco, gli orari consigliati per incontrare meno traffico, ecc.
 
Ecco, questo è un buon esempio di come si allevano i polli di batteria. Ma non è con questi pennuti che oggi si  può competere contro le tigri agguerrite che ci fanno la cosiddetta concorrenza asimmetrica. Le grandi aziende burocratizzate – non voglio  nemmeno accennare al mondo della pubblica amministrazione, sarebbe come sparare sulla croce rossa – sono la fabbrica principale dei polli di batteria. Non è raro che alcuni di questi, per la legge di somiglianza che porta i capi a promuovere i simili a sé, possa talvolta salire a posizioni di vertice contribuendo così in modo garantito al declino di organizzazioni che avevano raggiunto la vetta.
 
Gli uomini di missione appartengono invece a un’altra razza : indipendenti, poco  inclini a far parte di un gregge, attratti dalla sfida e dal risultato, insofferenti all’ottusità burocratica e, in genere, scarsamente tollerati in tutti gli ambienti dove l’intraprendenza e l’iniziativa  sono considerate un difetto. Cioè, da noi, praticamente quasi tutti   ma qualcosa sta cambiando, come vedremo.
 
Quando Steve Jobs con la sua aziendina di computer appena nata si mise in testa di sfidare il gigante IBM, volle definire «pirati» gli uomini di cui sentiva il bisogno di circondarsi, indicando con questa metafora immaginifica la stratosferica differenza psicologica con ciò che per lui era la  marina ufficiale, vista come un concentrato  di conformismo, lentezza decisoria, mancanza di iniziativa e pensiero autonomo. Non che l’IBM di allora fosse così malmessa, certamente, ma pur sempre di un gigante burocratico si trattava.
 
Come avvenne che i pochi pirati – uomini di missione – di Apple sconfissero la marina IBM appartiene oramai alla storia industriale e viene oggi studiato nelle università  nella speranza di inculcare nei futuri dirigenti il concetto – che  il prussiano (!) Bismark aveva già capito nel 1850 – che il miglior soldato non è quello che esegue fedelmente un ordine stupido ma è quello in grado di mantenere svegli intelligenza,  spirito critico e, all’occasione, capacità di agire in modo autonomo.
 
Non ho la sfera di cristallo ma se quello che vedo succedere in alcune aziende italiane in questo momento di grande trasformazione si diffonderà al resto del mondo del lavoro, influenzando così la mentalità corrente – ancora largamente condizionata dai conservatorismi sindacali e padronali – per i polli di batteria e le loro nicchie di comfort i tempi si faranno sempre più grami.
                                                                    Pepe Caglini
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