Martedi - Giugno 26, 2012 12:23     Visto:1594
Ci sono questioni in Italia a proposito delle quali è difficile discutere finché continuiamo ad inforcare gli occhiali dell’ideologia. Una di queste è il (presunto) diritto al lavoro. In nome di questo (presunto) diritto, presente negli ideali di molti ma non altrettanto presente nel diritto positivo, sono stati spesi fiumi di parole e si sono generate epocali contrapposizioni che hanno finito con il produrre solo un grande fraintendimento. Tutto questo non giova a nessuno e meno che mai negli attuali frangenti. Continua a leggere;→
Lunedi - Giugno 18, 2012 11:47     Visto:382
C’è chi pensa che organizzare sia un compito precipuo dei manager e sia anche qualcosa di molto
complesso, che richiede chissà quali competenze. E’ ragionando così che molti dirigenti inesperti
si rendono la vita difficile, la rendono difficile agli altri e creano ambienti di lavoro demotivanti e
asfittici. Continua a leggere;→
Lunedi - Maggio 28, 2012 11:32     Visto:316
Si fa presto a dire yes-man, nei confronti di chi si arruffiana, con il tono di chi non ha mai piegato la testa. Eh, certo, gli altri tutti leccaculo, noi soli impavidi cavalieri del rischio. Parlare di yes-man in Italia è come parlare di calcio al bar dello sport. Ci sentiamo a casa, in un ambiente protetto. Fare una tassonomia della categoria, anche se in letteratura in verità non c’è un granché, non è difficile, perché basta guardarsi un attimo attorno e subito il quadro appare nitido, non serve un grande sforzo. Dunque la specie si divide in tre rami principali: la famiglia degli yes-man per vocazione naturale, quella degli adepti per cause di forza maggiore e quella degli yes-man strateghi, detti anche, ma la terminologia non è sempre accettata negli ambienti scientifici, paraculi. Continua a leggere;→
Mercoledi - Maggio 2, 2012 11:29     Visto:315
Quando parliamo della competitività della nostra Italia e di come questa stia drammaticamente scendendo nel confronto globalizzato c’è sempre il rischio di fare discorsi troppo tecnici e di rappresentare un qualcosa la cui soluzione in fondo sembra che spetti ad altri. Sono invece convinto che questa non sia materia da tecnici e che si possa capire perché stiamo perdendo il confronto internazionale semplicemente analizzando come noi italiani ci comportiamo tutti i giorni. Di questi tempi dare le colpe di tutto ciò che sta succedendo alla politica è molto cool ma in questo modo si sposta il problema da qualche altra parte e si rinvia il momento dell’esame di coscienza che prima o poi dovremo fare. Perché non prendere in considerazione l’ipotesi che la competitività non è solo un fatto tecnico ma dipende anche da come noi tutti pensiamo, da quello che facciamo o non facciamo e da come lo facciamo? Ci proverò con alcune semplici domande. Continua a leggere;→
Martedi - Aprile 17, 2012 11:26     Visto:447
Gli italiani hanno delle incredibili qualità e su tutte brilla la tolleranza. Non si spiegherebbe altrimenti come il quotidiano attacco perpetrato da molti pubblici uffici all’intelligenza, alla dignità e al tempo di tutti noi (bene tra i più preziosi) possa proseguire con simile improntitudine e infingardaggine senza che ne nasca una sollevazione popolare. D’altronde in Italia, si sa, per farci incavolare di brutto ci vuole un questione poco seria. Continua a leggere;→
Martedi - Aprile 10, 2012 11:16     Visto:380
Spiace dirlo ma il governo Monti si sta rivelando per le imprese (non tutte) una jattura che doveva e poteva essere risparmiata al Paese in un momento così critico a seguito della crisi. Sì, al Paese, perché il sistema delle imprese (non tutte, soprattutto le piccole e quelle familiari) è stata la forza guida che ha permesso agli italiani di passare dalla povertà al benessere nell’arco di qualche decennio e ora questo sistema rischia di essere scardinato da un combinato di azioni e di omissioni che lascia increduli per la debolezza di visione e per il cinismo dei comportamenti. Continua a leggere;→
Venerdi - Marzo 30, 2012 10:54     Visto:374
Siamo naturalmente portati a pensare che lo stress dipenda da ciò che ci capita, ma non è così, o almeno non lo è in maniera così determinante. Infatti se così fosse persone con un carico di responsabilità e di problemi da far tremare le vene dei polsi dovrebbero vivere perennemente sotto terapia psicologica e invece pensate per un attimo a come quel grand’uomo di Bill Clinton se la spassava alla Casa Bianca mentre governava (o avrebbe dovuto governare) questioni planetarie: altro che stress ! Oggi per esempio Clinton ha cambiato interessi. Si guadagna più che decorosamente da vivere come super conferenziere e pare divertircisi molto: anche in questo caso, non sarà che sotto sotto c’è una mente che gira in modo diverso? Continua a leggere;→
Martedi - Marzo 20, 2012 10:50     Visto:352
L’uomo è l’unico animale che ha bisogno di dare un senso alle cose che fa. Guidare gli uomini è quindi essenzialmente la capacità di proporre ai propri collaboratori un senso condiviso, un significato illuminante in virtù del quale le persone comprendono a cosa serve il loro impegno (non di rado percepito come insignificante e privo di attrattive) e decidono che vale la pena di produrre uno sforzo. C’è chi, questo senso o significato lo chiama missione, scomodando una parola impegnativa ma non così lontana dalla realtà. Continua a leggere;→
Giovedi - Marzo 8, 2012 22:35     Visto:399
Se i manager lavorassero tutti bene noi vivremmo in un mondo (quasi) perfetto. Treni in orario e decenti, soccorsi ospedalieri efficienti, strade pulite, concessionarie d’auto dove ti accolgono con un tappeto rosso quando entri e magari potresti uscire di lì a poco con qualche decina di migliaia di euro in meno. Quando tutto ciò non avviene e ciò che sperimentiamo è l’esatto contrario, significa che qualche manager non ha capito qual è il suo compito e che qualcun altro, più in alto, non è stato capace di farglielo capire. Continua a leggere;→
Sabato - Febbraio 18, 2012 22:17     Visto:438
Ogni volta che succede un guaio bisognerebbe trarne la lezione. Purché non sia la lezione sbagliata, pericolo sempre in agguato. Stanno infatti circolando strampalate notizie circa un cambiamento della legge del mare sui poteri dei comandanti di navi passeggeri, tipo «comando collegiale» oppure «supervisione da terra di ogni decisione presa a bordo». Chiunque conosca anche approssimativamente la navigazione area o marittima sa che queste sono sciocchezze e sarebbe bene invece che la gente venisse informata su ciò che si sta facendo negli ambienti più professionalizzati del mondo per trovare una soluzione al problema dell’affidabilità del comando (una questione che va al di là della navigazione e che investe qualsiasi organizzazione). Continua a leggere;→